5 Modelli osteopatici approf - Centro Terapie Osteopatiche

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5 Modelli Osteopatici
Approfondimento

CORRELAZIONE TRA I 5 MODELLI
le disfunzioni dei vari modelli e loro ripercussioni sulla salute

- 5 Modelli Osteopatici -
Biomeccanico         Respiratorio-Circolatorio         Neurologico         Metabolico-Energetico        Comportamentale
Per capire come questi aspetti possano interagire tra loro possiamo proporre un esempio di quadro clinico-disfunzionale e partire da qualsiasi parte dello schema dei 5 Pilastri Osteopatici: per semplicità partiamo dall'alto con il sistema biomeccanico. Questo schema, che può apparire raro nella sua drasticità di quadro clinico, tanto raro non è dopo anni di situazione di scompenso tra i vari modelli, soprattutto nel paziente anziano dove è spesso alla base degli stati di comorbidità.
Poniamo che il paziente abbia un problema biomeccanico (articolare, capsulo-legamentoso, muscolare, strutturale o posturale), ad esempio un arto più corto comporterà dolori muscolo-scheletrici che si possono ripercuotere sul corpo intero. Se per tutta la vita deambula con zoppia perché ha un’eterometria reale, comincerà a sviluppare dolori in altri distretti, iniziando a muoversi sempre di meno. Potrebbero quindi insorgere problemi respiratori, associati a saturazione bassa poiché rimanendo spesso sdraiato o seduto i polmoni sarebbero praticamente collassati non riuscendo ad espandersi e produrre tensioattivo, quindi a ventilare fino in fondo al polmone. Peggio ancora se il paziente ha un vizio posturale scoliotico o cifo-scoliotico. Quindi a causa di un dolore muscolo-scheletrico di una certa rilevanza di qualsivoglia natura, il paziente potrebbe andare a compromettere anche la componente cardio-respiratoria (se diventasse molto sedentario o se avesse una cifo-scoliosi non ben compensata e mobile), quando si muove a causa della diminuita ventilazione aumenta la frequenza respiratoria andando in iperventilazione non produttiva. Il sangue non viene ossigenato al meglio; aumenta la PCO₂ e di conseguenza aumenta l’acidosi (bisogna ricordare che il corpo continuamente cerca di combattere l’acidosi e con i cambiamenti alimentari attuali quella derivante dall'alimentazione va ad aggiungersi a quella metabolica e a quella respiratoria). Per cui si produce acido in eccesso e l’introduzione quotidiana di cibi tendenzialmente più acidi, sommata a un difetto di respirazione, porta facilmente a una situazione in cui i bicarbonati non siano sufficienti a tamponare questi aspetti; per sopperire a questa mancanza si innesca un processo di decalcificazione ossea per disporre di calcio, che il corpo utilizza come importante tampone di diversi composti acidi. Aumentano spesso anche i livelli di cortisolo. A livello dei muscoli arriverà poco ossigeno per la scarsa ossigenazione ed essi saranno più affaticati e dovranno utilizzare altre vie metaboliche per produrre energia.



Da qui vediamo come la componente biomeccanica abbia compromesso quella respiratoria e la respiratoria nuovamente si sia potuta ripercuotere sullo scheletro. I muscoli quindi inizieranno ad utilizzare la via del piruvato che produce acido lattico e successivamente il lattato prodotto viene poi riversato nel flusso circolatorio; questo comporta un ulteriore aumento dell’acidosi. Il lattato va a finire in tutti gli organi ed infine al fegato che lo riconvertirà in piruvato. Quest’ultimo procedimento crea però un ulteriore affaticamento del fegato che è già impegnato a smaltire gli eventuali alimenti errati e farmaci che il paziente introduce, per questo si affaticherà prima e riverserà nel sangue più sostanze tossiche non riuscendo a smaltirle tutte. Ovviamente nel flusso circolatorio queste sostanze tossiche raggiungono anche altri organi, in particolare il rene che è il secondo organo deputato a smaltire tossine e acidosi; anch'esso però se già di per sé sotto stress a causa del cattivo funzionamento polmonare essendoci un aumento della PCO₂, che diventa acido carbonico (H₂CO₃) e a livello renale deve dissociarsi in idrogenioni e acqua, per cercare di eliminare gli idrogenioni e recuperare acqua e bicarbonato. In ospedale si è soliti affrontare decessi per infezioni respiratorie e blocchi renali proprio perché questi sono gli organi maggiormente sovraccaricati.
Quindi la difficoltà nel muoversi del soggetto ha portato a un deficit della funzionalità respiratoria che si ripercuote nuovamente sul sistema biomeccanico e tutto ciò, associato al sistema respiratorio alterato, compromette quello metabolico-energetico. Per cui sarebbe opportuno, prima di dare esercizi respiratori o farmaci al paziente, togliere il dolore e ridargli la capacità di muoversi, altrimenti daremo esercizi a un sistema che non respirando bene produce più acidosi e peggiorerà i sintomi. Inoltre i farmaci in eccesso affaticheranno ulteriormente il fegato e i reni.
Quando il soggetto si sente stanco, privo di energia, tende ad assumere più zuccheri poiché essi gli creano un’energia momentanea, tuttavia dopo poche ore ha un effetto opposto per una caduta del picco glicemico. Questo continuo sovra utilizzo di zuccheri, molto comune nell'alimentazione occidentale, è alla base di patologie quali ad esempio il diabete di tipo II anche in età giovanile. Un eccesso di zuccheri va a caricare la parete vascolare del microcircolo e le strutture nervose, si crea un danno a queste strutture e si intaccano così nuovamente il modello Circolatorio ed anche il modello Neurologico. Quest’ultimo può a sua volta essere deteriorato anche dall'aumento di acidosi e di PCO₂ elevata perché anche i nervi hanno bisogno di ossigeno e quindi il paziente comincia a lamentare diversi sintomi quali: torpori, parestesie, fini tremori ecc. Inoltre le funzioni organiche soffrono in un ambiente iper zuccherino, primariamente a causa delle possibili alterazioni vascolari e nervose. Questa condizione genera spossatezza, eventuali dolori, malessere continuo, poca ossigenazione al sistema nervoso centrale (SNC) e periferico con aumento dei fattori di stress. Inoltre a livello intestinale, se il modello viscerale è compromesso, si potrà avere una riduzione della produzione di serotonina (la serotonina è prodotta principalmente dall'apparato gastroenterico e poi dal cervello) e tutte queste condizioni combinate assieme porteranno ad un umore deflesso verso quadri depressivi; il paziente sarà sempre meno collaborativo e propositivo. Spesso si correla a tutto ciò una caduta delle difese immunitarie favorendo un cedimento del sistema.

Lo stesso discorso si può fare a partire dall'attuale alimentazione errata in stile americano, iper proteica e iper zuccherina con aumento di cortisolo e acidosi sistemica e ripercorrere i danni a tutti gli altri modelli in via analoga; oppure partendo da altri modelli, come da quello respiratorio, ad esempio in pazienti con malattie ostruttive o restrittive e ripercorrere i modelli in modo analogo. Si potrebbe partire dal modello emotivo e vedere come esso altera la scarica neurologica agendo su tutto il corpo. Tale principio era già noto non solo in antichità (Mens sana in corpore sano), ma anche dai primi osteopati che postularono tali modelli e dalla attuale PNEI (psico neuro endocrino immunologia). Molti clinici oggi giorno utilizzano EEG-biofeedack che permette di leggere il grado di onde cerebrali emesse dal soggetto e la coordinazione degli emisferi cerebrali. Questo è di grandissimo aiuto nell'interpretazione ed eventuale valutazione del trattamento di molti disturbi, tra cui: l’ansia, la depressione, il deficit di attenzione. Tutte queste problematiche di carattere psico-emotivo non coinvolgono solo la psiche ma si riflettono appunto a livello somatico, creando disturbi reali con attivazione del sistema nocicettivo evocando il dolore che dalle ultime definizioni è considerato non solo una percezione ma anche una sensazione ed una emozione.

Questi sopra sono solo esempi semplicistici, molti altri possono essere formulati per spiegare come ogni modello è intrinsecamente legato all'altro e come risulta importante questo tipo di valutazione chiara e strutturata a macro categorie; essa è tipica dell’osteopatia  americana ma fondamentale in qualsiasi ambito sanitario per avere un’attenta e precisa visione di tutta la sfera umana.


Il corpo mantiene il suo equilibrio fino a quando riesce, poi però cede principalmente per due motivi: 1) trauma violento o patologia acuta 2) cedimento strutturale nel tempo, cioè perdita dei suoi compensi fisiologici.
Nel primo esempio sopracitato l’aspetto biomeccanico ha compromesso l’aspetto respiratorio e circolatorio, quest’ultimo ha compromesso l’aspetto neurologico e i muscoli i quali compromettono, a loro volta, l’aspetto neurologico; gli organi sono compromessi dall'acidosi, dalla poca ossigenazione, dai possibili danni vasculopatici; il rene è compromesso per l’aumento di PCO₂ e per l’acidosi endogena. A questo si può aggiungere un’alimentazione facilmente errata e tutti gli organi cominciano a non funzionare bene, progredendo lentamente verso una sindrome che potremmo paragonare ad una forma inizialmente lieve simil MODS (Multiple Organ Dysfunction Syndrome), ma ancora più diffusa poiché comprende anche la parte muscolo-scheletrica, emotiva e neurologica. Infatti se gli organi non funzionano bene, non assorbono bene, non escretano bene, non filtrano bene e quindi il sangue ha un elevato grado di tossicità ed i valori ematici cominciano ad alterarsi. Quando tutti gli organi si ammalano, il sangue non è ben ossigenato e senza nutrienti sani scorrendo in tutto l’organismo non riesce a nutrire i muscoli e peggiora ulteriormente l’aspetto biomeccanico; quest’ultimo è ormai facilmente valutabile sia a livello sistemico che locale con ecografi bioimpedenziometrici in grado di valutare la quantità di muscolo e di grasso e differenziarne la tipologia sia dell’uno che dell’altro. Associati a software appositi possono stimare con esattezza sindromi di depauperamento tissutale che provengono da uno squilibrio di apporto di sostanze nutritive. In questo quadro anche polmoni e cuore saranno mal ossigenati e mal nutriti. Il muscolo cardiaco con scarsità di ossigeno comincia a scompensarsi e l’alterata funzione di pompa non irrora bene tutti i distretti, per cui anche i nervi saranno interessati e quindi il sistema nervoso e così via.
Quando c’è un paziente con un’epatopatia grave ad esempio, si sviluppa un’encefalopatia epatica, poiché il fegato non filtra: le scorie che arrivano dall'alimentazione, normalmente ingerite attraverso i cibi, devono essere glucuronate e tamponate a livello epatico e se questo filtro non è efficiente perché il paziente è cirrotico ne consegue un importante deficit emotivo\comportamentale da parte del soggetto. Inoltre non riuscendo il fegato a detossificare il sangue questo veicolerà sostanze nocive a tutte la altre sfere, ossia quella biomeccanica con sofferenza muscolare, a quella respiratoria e circolatoria a quella neurologica.
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